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LA SOPRAVVIVENZA DOPO LA MORTE secondo la Scrittura

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2022 21:06
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19/06/2010 21:34
 
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Esaminiamo due versetti della prima lettera di Pietro, che insieme a molti altri versetti contribuiscono a formare il contesto generale per comprendere quanto il NT ci comunica riguardo alla vita dopo la morte, della componente spirituale dell’uomo.
Dapprima secondo una esegesi protestante, poi secondo la spiegazione data dal Catechismo Cattolico.

1 Pt 3,19 e in esso (spirito, Lett. nel quale spir.) andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre si preparava l'arca…

Come esempio dell'attività salutare del Cristo dopo la sua morte in croce, nella sua nuova forma d'esistenza, Pietro cita la predicazione del Vangelo fatta da Cristo agli spiriti degli uomini antediluviani, i quali, quando vivevano in carne, ai tempi di Noè, mentre si preparava l'arca, erano stati ribelli agli avvertimenti divini e non avevano messo a profitto il tempo concesso loro dalla pazienza di Dio per ravvedersi. Cristo si è recato nel carcere dell'Hades ov'erano ritenuti, per annunziare ed offrir loro la salvazione da lui compiuta. Vi si è recato nello spirito. Quel che non sarebbe stato in grado di fare mentre era in carne, prima di soffrire, gli fu possibile dopo la sua morte. Potè allora proclamare che "tutto era compiuto" e potè proclamarlo non agli Israeliti soltanto, suoi contemporanei e compaesani, ma agli spiriti dei defunti che non avevano potuto conoscere la grazia di Dio, spiriti innumerevoli, spiriti delle passate età (in 1Pietro 4:6);> dice in modo generale che l'evangelo è stato annunziato ai morti) e fra questi anche agli uomini del diluvio che per la loro orgogliosa ed ostinata ribellione agli inviti di Dio, ne parevano meno meritevoli. Abbiam notato che il termine spirito in 1Pietro 3:18;, e per conseguenza in 1Pietro 3:19, non si può intendere che dello spirito umano di Cristo.
Il carcere poi è stato spiegato allegoricamente delle tenebre dell'errore e dell'ignoranza in cui sono come rinchiusi gli uomini che non conoscono la verità. Fra quelli che ammettono l'andata del Cristo risorto nel carcere dell'Hades (ossia in quella parte del soggiorno dei morti ove sono confinate le anime che non hanno sperato in Dio e che vi aspettano il giudizio) alcuni hanno dato alla parola predicò un senso inammissibile, cioè annunziò il giudicio di Dio, mentre altrove, nel N.T., il verbo vale: annunziare il Vangelo e questo senso è confermato da 1Pietro 4:6 ove dice esplicitamente: "è stato annunziato il vangelo ai morti".

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Gesù disse ad uno dei ladroni che erano in croce: "Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso" (Luca 23:43), facendogli chiaramente capire che in quello stesso giorno, quando lui sarebbe morto, lui sarebbe andato in paradiso. Così quell’uomo in quello stesso giorno appena spirò andò ad abitare nel paradiso, il che equivale a dire che egli continuò a vivere ma in un’altra dimensione e in un altro luogo. Quindi se quell’uomo non avesse avuto un anima nel suo corpo, come avrebbe potuto andare in paradiso in quello stesso giorno? Per certo non ci andò col corpo, perché esso rimase sulla terra, ma ci andò con l’anima immortale che era in lui e che non poté essere uccisa.

Ÿ Gesù disse ai Sadducei che negavano la risurrezione: "Or Egli non é un Dio di morti, ma di viventi; poiché per lui vivono tutti" (Luca 20:38), facendo chiaramente capire che coloro che muoiono in fede, muoiono quanto alla carne, ma continuano a vivere per il Signore e perciò sono viventi [4]. Quando noi dunque oggi diciamo che l’Iddio che serviamo é l’Iddio d’Abramo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe, facciamo bene, perché Dio stesso disse a Mosè: "Tale é il mio nome in perpetuo, tale la mia designazione per tutte le generazioni" (Es. 3:15); ma é chiaro che per essere il loro Dio essi devono vivere in qualche luogo. Ora, dopo tutti questi secoli che sono passati dalla loro morte, possiamo dire che i loro corpi sono tornati in polvere, ma certamente non possiamo dire che con la loro morte essi hanno cessato di esistere del tutto, e questo perché Dio, dopo tutti questi secoli, non si vergogna di essere chiamato il loro Dio. Che cosa esiste quindi dei patriarchi se il loro corpo si è decomposto e tornato in polvere? Le loro anime immortali. Il Vivente é l’Iddio di coloro che vivono. Ma dove vivono essi? Essi vivono con le loro anime nel regno dei cieli. Mentre erano viventi sulla terra confessarono di essere pellegrini e forestieri sulla terra, dimostrando che essi cercavano una patria, quella celeste, che era di gran lunga migliore di quella dalla quale eran usciti. La questione é che mentre per Dio vivono tutti coloro che muoiono nel Signore, per i Testimoni di Geova non vive nessuno di quelli che muoiono nel Signore (tranne - in base ad una strana dottrina - quelli che rimangono tra i 144.000 che quando muoiono vengono dotati di un ‘corpo spirituale’ ed entrano in cielo), e questo perché secondo loro l’anima essendo il corpo viene seppellita nella tomba! Come errano grandemente per mancanza di conoscenza!

Ÿ Paolo dice ai Romani: "Sia dunque che viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore" (Rom. 14:8). Questo significa che noi apparteniamo a Cristo e siamo nella sua mano sia mentre abitiamo in questo corpo e sia quando ce ne dipartiremo. Questo perché neppure la morte ci può separare dall’amore di Dio che è in Cristo; no neppure la morte. E difatti Gesù ha detto delle sue pecore: "Nessuno le rapirà dalla mia mano" (Giov. 10:28). Ora, se con la morte si estinguesse del tutto una persona, ossia se nell’uomo non ci fosse un anima immortale, come si potrebbe affermare che noi quando moriremo apparterremo ancora a Cristo e saremo ancora nella sua mano? Non potremmo perché dovremmo dire che la morte riuscirà a toglierci dalla sua mano! Ma noi invece sappiamo che "i giusti e i savi e le loro opere sono nelle mani di Dio" (Ecc. 9:1).

Ÿ Nel libro della Rivelazione, Giovanni dice di avere visto le anime di coloro che erano stati uccisi per la Parola di Dio i quali tornarono in vita infatti ha scritto: "E vidi le anime di quelli che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non aveano adorata la bestia né la sua immagine, e non avevano preso il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano; ed essi tornarono in vita, e regnarono con Cristo mille anni" (Ap. 20:4). Notate che Giovanni dice di avere visto prima le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della parola di Dio e poi che essi tornarono in vita; naturalmente tornarono a vivere con un corpo risuscitato, ma nel frattempo, cioè tra la loro morte e la loro risurrezione avevano continuato a vivere ma solo con la loro anima difatti Giovanni vide le loro anime. Anche queste parole di Giovanni attestano l’esistenza dell’anima e la sua immortalità.

Ÿ Nel Vangelo scritto da Matteo troviamo scritto che un giorno Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse sopra un alto monte sul quale egli fu trasfigurato e quando la sua faccia risplendé come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce "apparvero loro Mosè ed Elia, che stavan conversando con lui" (Matt. 17:3). Ora, la Scrittura dice a proposito di Mosè che egli morì e fu seppellito da Dio infatti è scritto nella legge: "Mosè, servo dell’Eterno, morì quivi, nel paese di Moab, come l’Eterno avea comandato. E l’Eterno lo seppellì nella valle, nel paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor" (Deut. 34:5-6); notate che c’é scritto che egli morì e fu seppellito, quindi nessuno può dire che il suo corpo non sia stato seppellito. A conferma che Mosè morì veramente ci sono le parole di Giuda che dice che l’arcangelo Michele "contendendo col diavolo, disputava circa il corpo di Mosè" (Giuda 9). Ma allora se il corpo di Mosè era l’anima di Mosè, ovvero se quando morì Mosè morì anche l’anima di Mosè, chi era colui che apparve assieme ad Elia sul monte santo e che i discepoli videro e udirono? Non è forse anche questa un’ulteriore conferma che l’anima non è il corpo ed il corpo non è l’anima? Non è questa una chiara conferma che mostra come dopo morti l’anima dell’uomo che è in lui si diparte dal suo corpo e continua a vivere? Quindi noi possiamo dire che Pietro, Giacomo e Giovanni videro l’anima di Mosè, sì perché l’anima di lui non era morta e non era stata seppellita (come invece lo fu il suo corpo) appunto perché l’anima del mortale è immortale [5].

Ÿ Gesù ha detto: "Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima: temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna" (Matt. 10:28). L’anima quindi non è il corpo dell’uomo perché se così fosse Gesù non avrebbe parlato in questa maniera. Infatti, se uccidere il corpo di una persona significa implicitamente uccidere l’anima, Gesù non avrebbe detto che il corpo si può uccidere ma l’anima no! L’anima quindi, a differenza del corpo, non può essere uccisa; però può essere fatta perire nella geenna (il fuoco inestinguibile) assieme al corpo. A proposito di queste parole di Gesù che i Testimoni di Geova non hanno potuto manipolare è da notare la spiegazione che essi ne danno: ‘Il punto essenziale di questo testo ha lo scopo di farci conoscere che si deve temere Iddio, perché egli è in grado di distruggere non solamente il corpo (la presente vita) ma anche la vita futura. La distruzione nella Geenna alla quale si fa qui riferimento significa la morte dalla quale non v’è risurrezione ad una vita futura come anima’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 63). Che vogliono dire con questo? Che Dio può fare tornare alla non esistenza una persona sia durante la sua vita presente che - come vedremo in appresso - durante la sua vita sulla terra paradisiaca nel millennio a venire se questa dopo essere ‘risuscitata’ non si vorrà conformare alle leggi di Dio! Come avete ben capito i Testimoni di Geova, come al loro solito, hanno dato a delle parole di Gesù un significato che esse non hanno. Sono così chiare le parole di Gesù e loro con la loro astuzia le oscurano!

Vediamo ora alcune Scritture che attestano che alla morte l’anima del peccatore va nell’Ades, mentre quella del giusto in cielo.

Ÿ Gesù disse: "Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma" (Luca 16:19-24). Come potete vedere quest’uomo ricco, dopo che morì, si ritrovò nell’Ades, nei tormenti, e questo perché mentre era in vita non aveva voluto dare ascolto alla legge di Mosè. Vedremo in appresso quale assurdo significato danno i Testimoni di Geova a questa storia per sostenere che con la morte finisce tutto.

Ÿ Nel libro della Rivelazione è scritto: "E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?" (Ap. 6:9-10). Giovanni vide le anime di un certo numero di credenti che erano stati uccisi a motivo della Parola di Dio, e le vide presso l’altare che é nel cielo davanti a Dio. Notate che quelle anime erano in grado di gridare a gran voce, di ricordare che erano stati uccisi e da chi erano stati uccisi. Come potete vedere l’espressione "le anime di quelli ch’erano stati uccisi" (Ap. 6:9) dimostra sia che l’anima di una persona non è la persona stessa cioè il suo corpo, ma qualcosa di diverso dal suo corpo, e poi che l’anima a differenza del corpo non può essere uccisa come ha detto Gesù. Anche in questo caso i Testimoni di Geova non avendo potuto manomettere le suddette parole hanno dato loro la seguente spiegazione: le anime sono membri della classe dei 144.000 mentre la veste bianca rappresenta la risurrezione spirituale che essi hanno sperimentato nel 1918 dopo che Gesù ha assunto il regno! Questa spiegazione è fantasiosa e priva di ogni fondamento scritturale. Stando così le cose vogliamo però fare alcune domande ai Testimoni di Geova. Se la veste bianca fu loro data dopo che essi furono sentiti gridare chi erano coloro che gridarono prima di ricevere la veste bianca (‘prima di risuscitare nel 1918’) se anche loro sulla terra non potevano avere un’anima? In altre parole, se la veste bianca fu loro data dopo che ebbero gridato, cioè se ‘risuscitarono spiritualmente’ nel 1918 dopo avere gridato, e tra la loro morte e la ‘risurrezione spirituale’ avvenuta nel 1918 quella parte dei 144.000 non esistevano perché non avevano un anima, come facevano a gridare in questo periodo di inesistenza? Ma non vi rendete conto dell’assurdità di questa vostra spiegazione alle parole di Giovanni? Ma non vi rendete conto in quale contraddizione cadete parlando in quella maniera?
[Modificato da Credente 15/10/2016 20:22]
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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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