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LA SOPRAVVIVENZA DOPO LA MORTE secondo la Scrittura

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2022 21:06
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19/06/2010 21:30
 
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Gv.11,25 chiunque crede in me, benché sta morto, viverà. 26. E chiunque vive e crede in me, non morrà giammai in eterno.
Il corpo giacerà per un tempo nella tomba, per risorgere finalmente a gloria; mentre l'anima sua continua a vivere in eterno. "La morte del credente sarà assorta nella vita, e la vita sua non cadrà mai più nella morte", tal'è in breve, secondo Brown, il senso di questi versetti; mentre Westcott osserva su di essi: "La temporanea separazione dell'anima e del corpo, secondo quanto ci vien qui detto, non interrompe nemmeno, ed a più forte ragione non distrugge, quella vita nuova ed eterna che Gesù comunica ai suoi credenti".
Questo versetto collima con quello già discusso di Mt 10,28 dove si afferma: “non temete coloro che possono uccidere il corpo ma non possono uccidere l’anima.
Dunque il termine “anima” usato tanto da cattolici che da protestanti, come parte dell’uomo che sopravvive al corpo, trae origine dall’espressione di Gesù che lo in tal senso. In altre espressioni bibliche l’anima risulta seguire la sorte del corpo ed è usata pure in una infinità di accezioni come abbiamo detto. Ma quello che a noi interessa sottolineare è che siccome Gesù usa tale termine nel Vangelo così come pure lo usa Giovanni in Apoc.6,9: “vidi sotto l’altare le anime di coloro che sono stati uccisi”, vi sono ragioni bibliche per utilizzare il termine anima, anche per designare una parte della persona che sopravvive al corpo, ricordando che la persona umana è formata da CORPO, ANIMA E SPIRITO secondo quanto afferma S. Paolo in:
1 Tess.5,23 Or, l'Iddio della pace vi santifichi egli stesso completamente, e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo.
... Le quali tradotte verbalmente, suonano così: e sia conservato senza biasimo nella venuta... intero lo spirito vostro e l'anima ed il corpo... L'aggettivo 'oloklhroV (intero) serve a caratterizzare la cosa che possiede tutto quel che le è stato assegnato come sua porzione (klhroV). Le pietre gregge sono integre, le settimane di sette giorni sono olocleri, il corpo senza mutilazione è del pari intero. L'intero spirito, l'intera anima, l'intero corpo hanno da essere conservati in modo irreprensibile. Lo spirito è l'elemento superiore della natura umana, l'organo col quale l'uomo può conoscere Dio, amarlo, adorarlo, servirlo. È contrapposto alla carne Matteo 26:41; Luca 24:39; Romani 8:1,4-5,9; 1Corinzi 5:5, Colossesi 2:5 ecc., al corpo Romani 8:10; 1Corinzi 5:3; 1Corinzi 7:34 . Quando si distinguono due soli elementi nell'uomo, chiamasi carne o corpo l'elemento materiale, visibile, mentre l'elemento superiore, immateriale, invisibile, in cui risiede la vita, chiamasi ora spirito, ora anima. Ma quando si analizza più accuratamente la natura spirituale nei suoi elementi, allora lo pneuma rappresenta l'elemento superiore, le facoltà religiose e morali in cui sta più specialmente la somiglianza con Dio, mentre la psiche rappresenta l'elemento inferiore le facoltà intellettive, affettive, istintive che sono in attività anche dove non esiste la vita spirituale. "L'uomo psichico non accetta le cose dello Spirito di Dio... L'uomo pneumatico giudica di ogni cosa" 1Corinzi 2:14 . Cfr. 1Corinzi 15:45-46; Ebrei 4:12 . S. Giuda parla di "uomini psichici, non aventi lo spirito" perchè nell'uomo non rigenerato lo spirito è in istato di torpore. Lo Spirito di Dio è quel che lo vivifica (cioè vivifica lospirito dell’uomo) chiamandone in attività le facoltà. L'apostolo esprime dunque il voto che i Tessalonicesi siano santificati in tutto l'essere loro e che siano conservati in santità, in modo da essere irreprensibili, lo spirito loro con tutte le sue energie superiori, l'anima con tutto le sue facoltà, il corpo con tutte le sue forze, tutto le sue membra e funzioni. Brama che tali siano trovati nel gran giorno, alla venuta del N. S. G. C. la quale potrebbe succedere mentre vivono ancora nel corpo terreno.

Vorrei fare un’altra considerazione su un testo di S. Paolo
2 Corinzi 12, 1-4. “Bisogna dunque vantarsi! Veramente non sarebbe conveniente; pure passerò alle visioni e rivelazioni del Signore. So di un uomo in Cristo, il quale, quattordici anni fa, fu rapito se col corpo o fuori del corpo non lo so: lo sa Iddio fino al terzo cielo. E so che tale uomo - fosse col corpo o senza corpo lo ignoro: lo sa Iddio - fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili, che non è permesso a uomo ripetere”

In questo testo S. Paolo afferma che che gli è stato concesso di fare una esperienza straordinaria al “terzo cielo”. Per noi il terzo cielo significa uno stato di somma beatidudine e che egli non gli è possibile raccontare.
Quello che è interessante notare è che questa esperienza egli lo fa, essendo IN Cristo, già nella vita presente, quasi già fosse assorbito dalla vita beata in cielo.
Ma ciò che è ancora più interessante notare è che egli afferma di non sapere se tale esperienza fosse avvenuta nel corpo o senza il corpo.
Dicendo questo , Paolo ammette che l’uomo può vivere anche senza il supporto corporeo, dal momento che egli non lo esclude come possibile.
Che tale possibilità venga data all’ ANIMA (o parte di essa) o allo SPIRITO o anche a entrambi gli elementi, questo ci interessa relativamente. Quello che importa è che ci sia una parte dell’uomo che possa essere considerato come scindibile dal corpo e sussistente anche senza di esso. (Cf Eb.4,12 Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore).

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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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