Aaron Ciechanover, 1947, biologo e premio Nobel, ebreo
Nobel per la chimica nel 2004 per la scoperta della degradazione delle proteine ubiquitina-dipendente.
Durante un’intervista nel suo laboratorio, sul cui muro spicca una fotografia sua con Papa Benedetto XVI, ha spiegato: «Questa è la mia libreria professionale, i libri che io uso quotidianamente. La scienza, la medicina e ovviamente la Bibbia di Gerusalemme, che porto con me ovunque e ne ho una copia in ogni mia biblioteca. Io la adoro perché è letteralmente scritta in un modo che trasmette lo spirito della Bibbia e la centralità di Gerusalemme nella vita ebraica»
(da Rambam Healt Care Campus).
«Non vedo le ragioni di pregare ogni giorno ma di avere rispetto per la complessità della nostra vita, che non può essere suddivisa in blocchi. Vedo la religione come l’umiltà e la modestia della complessità della natura e della creazione. Penso che la complessità della natura sia al di là di ciò che possiamo apprendere»
(da Encuentro Cientifico International).
Parlando della possibilità della scienza di spiegare Dio: «Dio sarà sempre al di sopra di noi, qualunque cosa Dio sia. [...] Così penso che in questo senso Dio – di qualsiasi Dio si tratti – dovrà pur sempre aprire le sue braccia su di noi. Noi viviamo sempre su una linea, siamo sospesi sul ponte»
(da “Lo scienziato che guardò da un’altra parte“, L’Osservatore Romano, 3/7/10).