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I GIGANTI DELL'ANTICHITA'

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2023 15:57
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25/06/2023 15:47
 
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Per quanto riguarda i secoli recenti, le cronache riportano la scoperta fatta da un certo Capitano Allen nel 1807, ad alcune miglia dal porto di Girgenti in Sicilia. In pratica uno scheletro di 11 piedi e 4 pollici (più di 3,5 metri) col cranio delle dimensioni di un secchio da 2 galloni. Si dice che il corpo stesse insieme a quelli  di altri giganti, in grandi sarcofagi di pietra sotto una miniera di zolfo.

Ma non mancano segnalazioni di scheletri ancora più maestosi. Vicino a Palermo, nel 1516, ne sarebbe stato individuato uno alto niente meno che 9 metri, mentre, sempre in Sicilia, nel 1816, ne sarebbe stato portato alla luce un altro di simile misura con il cranio come una botte. Giganti spropositati? Qualcuno parlò piuttosto di ossa di animali di gran mole. Verità assoluta? Non possiamo saperlo. Ma del resto anche la Sicilia è terra di misteri, e non per nulla si narra che i suoi primi abitanti furono proprio i giganti.

In Calabria nel 1663, a Tiriolo, in provincia di Catanzaro, sarebbe stato trovato in una tomba uno scheletro enorme, nel corso di alcuni scavi. Il medico Giovanni Battista Cappucci scrisse perfino a Marcello Malpighi, (famoso medico bolognese, docente a Pisa, Messina e Bologna) avviando una corrispondenza sull’argomento.

Il caso Sardegna

La regione italiana dove più è presente la tradizione dei giganti è però sicuramente la Sardegna, non tanto perché patria delle tombe dei giganti, ma perché moltissime sono le testimonianze di persone che dicono di aver visto e toccato ossa e crani giganteschi. Particolarmente famosa è da questo punto di vista la zona di Pauli Arbarei, ma racconti simili arrivano da tutta l’Isola: da  Sardara a Seui, da Ussaramanna a Terralba, da Las Plassas al Sassarese, dal Nuorese all’Ogliastra e a tanti altri luoghi della Terra dei nuraghi.

I testimoni parlano di scheletri di 4 metri e 20, 4 metri e 80 ed anche di 5 metri. Di crani che non stavano dentro un paiolo da muratore. Di femori lunghi due volte quelli di un uomo normale. Ed uno qualche domanda se la pone. Isteria collettiva, resti di grosse bestie o cosa?

Sono suggestivi i racconti della Sardegna (Ansa)

Gli interessati raccontano di teschi assolutamente identificabili, di scheletri dalle fattezze umane inconfondibili e ben delineate.

“Da bambini venivamo qui a giocare con lo scheletro gigante, che era mummificato: con ossa, nervi e pelle. Afferravamo il braccio, tiravamo un nervo e gli facevamo muovere le dita della mano, il gioco durò 5 o 6 mesi - racconta Luigi Muscas, figlio di pastori, oggi scultore e autore del libro Il popolo dei giganti - Poi tutto finì perché lo presero". Una storia simile a quelle raccontate nell’Isola da tanti altri, di cui sono facilmente reperibili nomi, cognomi e parole, solo a fare una veloce ricerca in Rete.

Tutti giurano di averli visti, sostengono che erano proprio dei giganti, anche se poi non è rimasto uno straccio di reperto probante da poter analizzare. Dove sono finiti i crani giganteschi? E i femori alti come un uomo? E gli scheletri mastodontici? Semplicemente non ci sono più. La riflessione spontanea è che si possono prendere grossi granchi anche in buona fede. La cosa strana però è che tante persone che non avrebbero interesse a farlo, anzi il contrario, raccontano la stessa cosa, convintamente. Li hanno visti e maneggiati. E alcuni accennano a strane auto scure giunte puntualmente, dopo i ritrovamenti, per portar via gli scheletri. E a chi fa domande si risponde spesso di lasciar perdere, che non sono mai esistiti, oppure che si trattava di ossa di grossi animali. Ma se è così, perché quelle ossa non vengono esposte e fatte analizzare? Magari solo per appagare la curiosità degli appassionati. Magari solo per mettere a tacere chi continua a parlare stoltamente di giganti e prove che qualcuno vuole occultare. Sarebbe il modo migliore per sancire la bufala di livello collettivo e mettere gli animi in pace.

Altrimenti in ogni parte del mondo è inevitabile resti il dubbio su una realtà ancora da scoprire. Un gigantesco punto interrogativo su un possibile passato misterioso e nascosto. Forse su un tassello della vera storia dell’uomo. Continuerà ad aleggiare l’eco di una straordinaria civiltà perduta, di una verità negata. E ci sarà sempre, di conseguenza, chi continuerà a cercare e porsi domande. A tramandare segreti. Soprattutto in luoghi arcaici e intrisi di magia e mistero come ce ne sono tanti sulla Terra. Come in Sardegna. Perché secondo i vecchi saggi, gli scheletri giganti sepolti e da liberare sono innumerevoli sotto templi antichi, costruzioni ataviche, suoli sacri o tombe millenarie. Di ciò è sicuro l’ex pastore divenuto artista, che non ha mai scordato certe rassicuranti parole. A 10 anni, quando entrò in un anfratto per ripararsi dal temporale, si trovò in una grotta, aguzzò la vista e lo vide: era gigantesco. Quel giorno il piccolo Luigino scappò in paese col gregge e raccontò tutto al nonno. E il nonno lo guardò, gli carezzò la testa e con sorriso  enigmatico gli sussurrò: Ora ti spiego dove sono sepolti gli altri.

Interviste Tv trasmesse da Cinque Stelle nel febbraio del 2009 (Muscas e altri)

fonte  https://cultura.tiscali.it/news/articoli/scheletri-4-metri-in-tutto-il-mondo-i-resti-dei-giganti/

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