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I GIGANTI DELL'ANTICHITA'

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2023 15:57
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25/06/2023 15:41
 
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Scheletri di 4 metri e teschi smisurati: in tutto il mondo le tracce dei giganti di cui parlano gli antichi testi



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Bufale o verità scomode? Il mistero resta. La Bibbia però in Gen 6,4, dice che “in quel tempo c’erano i giganti sulla terra”, e ne parlano molti testi antichi.
Poi giungono da ogni parte del globo notizie di ritrovamenti di ossa enormi. Casi documentati spesso da giornali e cronache storiche. Dalle Americhe all’Europa, dall’Ecuador alla Cina, dal Perù all'Italia giungono racconti intriganti. Cosa c’è di vero?

Scheletri di 4 metri e teschi smisurati: in tutto il mondo le tracce dei giganti di cui parlano gli antichi testi

In tutto il mondo si parla del ritrovamento di scheletri enormi, di teschi grandi il doppio di quelli di un uomo normale e di femori smisurati. In pratica dei resti dei giganti. Notizie infondate o verità scomoda? Diciamo subito che il mistero resta, ma ci sono alcune considerazioni che rendono l’argomento intrigante.

In primo luogo di giganti parlano i test sacri di molte antiche culture, compresa la Bibbia, seminando interrogativi sulle origini ancestrali del genere umano e sulle sue vicende.

Nella Genesi (6:1-4) si legge che “quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte… In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi". Secondo una versione imperante questi giganti sarebbero i Nephilim.

Per taluni studiosi come Zecharia Sitchin, esperto di storia sumera e scrittura cuneiforme, Nephilim deriverebbe dalla radice Naphal ovvero cadere, per cui i Nephilim sarebbero coloro che caddero o discesero dall’alto. Una versione ovviamente avversata dagli studiosi canonici. Su tale conclusione concorda invece il traduttore ed esegeta biblico Mauro Biglino, per il quale “la radice ebraica del verbo nafàl, da cui deriva il termine Nefilim, indica cadere, scendere, venire giù. Quindi il versetto citato potrebbe essere più correttamente tradotto: in quel tempo sulla Terra c’erano quelli che erano venuti giù.

I figli di Dio non sarebbero altri, dunque, che i figli degli Elohim dell'Antico testamento o degli Anunnaki cari ai sumeri. E i Nephilim, sarebbero i giganti – appunto - presenti sulla terra al tempo dei fatti citati nel verso biblico e in altri antichi testi.

Di giganti parla anche il libro ebraico dei giubilei (5,1) e lo stesso fa l’apocrifo Libro di Enoch (Libro dei vigilanti). Senza contare il testo, anch’esso non accettato dalla Chiesa, rinvenuto tra i manoscritti di Qumran e denominato, non a caso, Libro dei giganti.

La Bibbia riporta come gli israeliti fossero terrorizzati dall’idea di combattere contro tali colossi che dormivano in letti di 4 metri. Nel Libro dei numeri (cap 13) si legge di quando Mosè mandò 12 esploratori in terra di Canaan e questi tornarono raccontando di aver visto i giganti figli di Anak. Ci sentivamo - dissero - come locuste al loro cospetto e così dovevamo sembrare loro.

Il Libro II di Samuele, capitolo 21, riferisce di una battaglia a Gat, dove c’era un uomo di grande statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in tutto ventiquattro dita. E ancora di giganti si discorre in Deuteronomio 3,3/11. Senza dimenticare ovviamente Golia, gigante ucciso da David, o  Gog e Magog citati sempre dalle sacre scritture.

Ad esseri di dimensioni mostruose fanno riferimento anche il Corano, il Mahabharata, i testi sacri thailandesi e quelli dello Sri Lanka, dando riscontro alle antiche scritture e raffigurazioni sumere (vedi Epopea di Gilgameš) ed egizie.

Antico bassorilievo sumero

Le culture arcaiche

Ma tantissime culture antiche parlano di questi inquietanti personaggi. Basti pensare ai miti greci di Atlante e Prometeo o di Polifemo e i ciclopi. Oppure ai racconti di egual tenore di siriani e ittiti. Alle tavolette di Ras Sham Ra in cui si narra che il gigante Baal fu ucciso dagli invasori. Ai miti norreni sugli dei di Asgard contrapposti alla razza dei giganti. E lo stesso accade in India e Thailandia. In America basta scavare tra i miti e le leggende dei popoli nativi. Anche i Maya parlavano dei giganti, i Quinatezmin. Prima del diluvio, la Terra di Anahuac era abitata dagli Tzocuillixeco, esseri giganteschi, si legge nel Manoscritto messicano di Pedro de los Rios. E i giganti non mancano nelle tradizioni irlandesi, basche e di altre popolazioni del Vecchio Continente.

Di uomini di proporzioni straordinarie scrivono inoltre storici come Giuseppe Flavio (appartenente a una potente famiglia sacerdotale di Gerusalemme) che, nel testo Antichità giudaiche racconta la storia del suo popolo ai romani e scrive che gli angeli di Dio si unirono a donne e ne nacquero figli empi e arroganti con tutte le caratteristiche dei giganti. Sostiene che sono esistiti e combattevano contro Israele. Gli israeliti - attesta nel primo secolo dopo Cristo - mossero contro Evron, presero la città e squartarono gli abitanti. Qui era rimasta una stirpe di giganti e ancora oggi se ne mostrano le ossa che non assomigliano a nulla di conosciuto.

Lo stesso Erodoto (484 a.C. - 425 a.C)  nelle sue Storie (1-68) riporta di un fabbro che scavando un pozzo si imbatté  in una bara di sette braccia trovandovi un cadavere di oltre 3,10 metri.

L'epoca più recente

In epoca a noi più prossima, lo spagnolo Hernan Cortes, sbarcato in America, apprese dai vecchi del luogo che lì un tempo esistevano uomini e donne di statura altissima e – da quanto risulta dalle cronache – gli vennero mostrate ossa gigantesche fra cui un femore alto quanto un uomo di normale statura. Una mirabilia che il conquistador spedì subito al suo re. Mentre un altro conquistador, Fernando de Alba, annotò testualmente che in Messico i resti dei giganti potevano essere trovati ovunquePedro Ciez de Leon parla a sua volta dei profondissimi pozzi trovati in Perù, accanto ad antiche rovine, che gli indios gli dissero essere stati scavati dai giganti. Juano Olmos invece riferì di aver scoperto misteriose tombe nella valle di Trujillo con ossa umane molto grandi. Il missionario gesuita Pablo Josè Arriaga scrisse invece di essere stato in una caverna e di aver scoperto tre scheletri giganteschi con i teschi allungati avvolti in tessuti cerimoniali. In base a tali notizie, nel 1928, Brian Forester ritrovò i famosi crani allungati nel deserto di Paracas (Perù del Sud) la cui analisi del Dna avrebbe dimostrato la mancanza di correlazione con quello umano. Ovviamente la discussione a questo proposito resta aperta.

Nella zona del Lago Titicaca si è sempre parlato dell’esistenza dei giganti che a un certo punto si sarebbero trasferiti a Sud, fino in Patagonia. Tanto che Magellano, scopritore di quella terra, li avrebbe incontrati più volte. Parlando di quegli uomini precisava: Erano così alti che le teste dei membri dell'equipaggio arrivavano a malapena alla loro cintola. Il grande navigatore aveva forse incrociato i sopravvissuti di una razza del passato poi estintasi?

Del resto in antichi templi e costruzioni del Pianeta non è difficile imbattersi in criptiche raffigurazioni di esseri molto più grandi degli umani riprodotti con loro. Un modo per immortalare qualcuno cui si voleva dare enorme rilevanza oppure, almeno in certi casi, la reale proporzione di quei personaggi?

continua


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