ssa porta.
La stessa porta, la stessa fessura che è servita all’umanità per uscire dalla dimensione divina, dalla casa del Padre, dopo la scelta di staccarsi da Dio e di fare da soli.
Quella stessa porta e fessura ci permetterà di ritornare nella dimensione divina, nella luce senza fine del cielo, tra i cori festanti della casa del Padre. La porta è la stessa ed è misurata, commisurata e intagliata nella luce, perfettamente aderente alle misure del nostro spirito, del nostro luminosissimo essere divino. La porta in verità non è stretta, non si è ristretta, siamo noi che dopo la vita terrena potremmo arrivare alla sua soglia, il giorno dell’attraversamento, deformi di rabbia, ingrassati a dismisura di possesso e di attaccamenti, distorti e storpiati dai legami umani che hanno sostituito i legami con l’Eterno, snaturati dalla mancanza di amore, lacerati e svuotati a causa della nostra mancanza di compassione e misericordia. In verità non è la porta che è stretta, potremmo essere noi così deformi da non poterci più entrare. La porta non è affatto stretta, è perfettamente misurata sulle graziose e divine forme del nostro spirito divino, è regalmente aderente allo splendore del nostro essere immortale e divino. C’è un solo modo per mantenersi in forma spiritualmente e poter attraversare in tutta facilità quella porta: Amare Dio sopra ogni cosa, amare gli altri come se stessi. Paradossalmente, bisogna crescere nell’amore, essere grandi nell’amore, per essere in forma per quella porta, per quella porta che stretta non è perché la porta dell’amore è.