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EVENTI DEL TEMPO DELLA FINE E DEDUZIONI A CONFRONTO

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2023 09:37
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19/02/2020 19:10
 
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1 Tess 4,15
Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. 16 Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore

1Cor15,51
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria.55 Dov'è, o morte, la tua vittoria?


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I due brani tratti dalle lettere di s.Paolo possono far pensare ad una sua convinzione circa l'imminenza del tempo della fine, in quanto mette se stesso tra coloro che saranno trasformati e rapiti PER ESSERE SEMPRE COL SIGNORE.
Queste precisazioni dell'apostolo vengono comunemente interpretate dicendo che in quel momento Paolo pensasse appunto ad una prossima venuta di Cristo nella sua gloria e che solo più avanti, si fosse reso conto che invece lui stesso avrebbe abbracciato la morte per martirio avendo terminato il buon combattimento nella sua vita. (2Timoteo 4,6 Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele.)
Qualche altro commentatore pensa che Paolo volesse in questi brani rendere più vivace e attuale la sua lettera introducendo questi elementi per rafforzare i cristiani a cui scriveva, ma che fosse consapevole di un ritorno non imminente del Signore Gesù.

A prescindere comunque se queste interpretazioni dei due passi siano realistiche, e cioè se l'idea di Paolo fosse di un ritorno prossimo e o remoto da parte di Cristo, quello che ci preme rilevare è che Paolo, ponendo se stesso come protagonista del ritorno glorioso di Cristo e la contemporanea glorificazione dei credenti in Lui, potrebbe lasciar supporre che nella sua mente non vi fosse l'idea di un regno terreno di Cristo, nè una intercorrenza millenaria prima del suo avvento glorioso con l'introduzione nel regno celeste di tutti i suoi.

Vi è quindi una reale difficoltà nel conciliare i due brani di Paolo con tutto quanto sopra riportato.
Infatti ci siamo posti il dilemma ed abbiamo attentamente riletto le parole di Paolo, il quale in 1 Tess 4,15
precisa : "Questo vi diciamo sulla parola del Signore"

Sembra quindi che Paolo abbia ricevuto per rivelazione diretta da parte di Cristo le cose che espone in questo determinato brano di 1 Tess 4,15-17 e sembrerebbe strano che egli possa essersi avventurato ad attribuire a Cristo il fatto che additi se stesso come protagonista dell'evento finale, quale vivente, superstite e rapito per essere definitivamente con Cristo nella gloria celeste.
Ma tutto ciò non si è verificato nella vita terrena di Paolo in quanto egli è stato martirizzato ed è morto ormai da oltre 20 secoli. Dovremmo allora pensare Che Paolo abbia capito male la rivelazione di Gesù?
I commenti al brano non mettono in relazione il fatto che Paolo ponesse se stesso tra i viventi al momento finale della storia umana, con la rivelazione avuta da Gesù, considerando questo solo particolare come una idea propria di Paolo, e il resto del brano come rivelazione. Potrebbe anche essere ma non è convincente.

Questi due brani possono offrire una possibile soluzione sia per il millennio, che intercorre tra la vita presente e gli eventi definitivi e gloriosi, sia per pensare a Paolo come uno dei viventi che parteciperà anche all'evento finale della storia umana e tra i trasfigurati e rapiti nella gloria.
Infatti se pensiamo che Paolo è stato chiamato come apostolo che ha faticato più di tutti nel servizio di Cristo e che è stato martirizzato per Lui, non è difficile pensare che sarà certamente uno che appartiene al primo gruppo dei risorti e quindi viventi che regneranno con Cristo sopra la terra durante il millennio. Alla fine del millennio quindi, anche Paolo sarà trasformato e rapito definitivamente in cielo insieme con tutti i morti che risorgeranno e che pure saranno trasformati e rapiti per essere insieme con Cristo per tutta l'eternità.

Secondo questa ipotesi, tutto torna. In ogni caso lasciamo ai lettori la libertà di decifrare i brani esposti e le relative possibili interpretazioni su cui non vi è stato un pronunciamento definitivo.


[Modificato da Credente 06/03/2020 22:39]
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