“IEU fu un difensore della pura adorazione. In questa veste fu dinamico, pronto, implacabile, zelante e impavido. Manifestò qualità che faremmo bene a imitare”.
Lo scopo di questo articolo, è quello di difendere la “pura adorazione” ma nel contempo proteggere la Società Torre di Guardia, utilizzando un testo delle Scritture Ebraiche.
Poi continua:
“Oggi i servitori di Geova non ricorrono alla forza per combattere gli oppositori della pura adorazione. “La vendetta è mia”, dice Dio. (Ebr. 10:30) Ma per eliminare dalla congregazione influenze potenzialmente corruttrici, gli anziani possono dover agire con un coraggio simile a quello di Ieu. (1 Cor. 5:9-13) Inoltre tutti i componenti della congregazione devono essere decisi a evitare la compagnia di persone disassociate. — 2 Giov. 9-11”.
(La Torre di Guardia 15/11/2011 pp. 4, 5)
Lo “schiavo fedele” sta incoraggiando ad usare un comportamento simile a quello di Ieu e cioè l’uccidere i nemici senza pietà e compassione. Tutti i disassociati e dissociati sarebbero meritevoli di morte.
Oggi non si possono più uccidere le persone che vanno contro la volontà di Dio, ma questo non esclude che si possano “ucciderli” socialmente.
Il metodo “dell’uccisione sociale” è stato applicato dai Testimoni di Geova già da parecchio tempo come purtroppo viene usato ai giorni nostri.
Ecco il pensiero del Corpo Direttivo sul come trattare gli “apostati”:
“Quelli che odiano Dio e il suo popolo devono essere odiati… Noi dobbiamo odiare nel più puro senso, che significa considerare con estrema o attiva avversione, ritenere detestabile, odioso, ripugnante, esecrare. Certo nessuno di quelli che odiano Dio è degno di vivere sulla sua bella terra… Non possiamo amare quegli odiosi nemici, poiché essi sono degni solo della distruzione. Noi pronunciamo la preghiera del salmista: ‘Fino a quando, o Dio, oltraggerà l’avversario? Il nemico sprezzerà egli il tuo nome in perpetuo? Perché ritiri la tua mano, la tua destra? Traila fuori dal tuo seno, e distruggili!’ (Sal. 74:10, 11) Noi preghiamo con fervore e gridiamo questa preghiera perché Geova non attenda oltre, e invochiamo che la sua ira sia resa manifesta. Stendi la tua mano e la vedano i tuoi nemici, e usala per il loro male e la loro distruzione… Questi sono i veri sentimenti, desideri e preghiere dei giusti oggi. Sono essi i vostri? Potete essere certi che li saranno fino a che amate e conoscete il nome di Geova”.
(La Torre di Guardia 15/3/1953 pp. 89, 90)
“Noi oggi non viviamo fra nazioni teocratiche in cui i membri della nostra famiglia carnale potrebbero essere sterminati da Dio e dalla sua organizzazione teocratica per apostasia, come era possibile ed era ordinato di fare nella nazione d’Israele, nel deserto del Sinai e nella terra di Palestina. … Essendo circoscritti dalle leggi delle nazioni in cui viviamo ed anche dalle leggi di Dio mediante Gesù Cristo, possiamo agire contro gli apostati soltanto fino ad un certo punto, vale a dire, conformandoci alle due serie di leggi. La legge della stato e la legge di Dio mediante Cristo ci proibiscono di uccidere gli apostati, anche se sono membri della nostra stessa famiglia carnale”.
(La Torre di Guardia 15/1/1954 p. 62)
“Quando l’odio è intenso, profondo e inseparabile dall’individuo, si va oltre l’inimicizia dovuta al peccato ereditario o all’ignoranza che può essere considerata pazientemente con amore: ‘Non odio io quelli che intensamente ti odiano, o Geova, e non ho in abominio coloro che si ribellano a te? D’un odio completo li odio. Son divenuti per me veri nemici’”.
(La Torre di Guardia 15/7/1959 p. 423)
“Tale odio è corretto, perché si basa sul principio, non sulla passione, sull’amore della giustizia, non sull’egoismo. Inoltre, chi odia in questo modo i nemici di Dio si accontenta di aspettare che Dio faccia giustizia di tali nemici”.
(Svegliatevi! 22/4/1971 p. 30)
“I veri cristiani condividono sentimenti che Geova nutre verso questi apostati; non sono curiosi di conoscere le loro idee. Al contrario, ‘provano nausea’ per coloro che si sono resi nemici di Geova Dio, ma lasciamo a lui il compito di eseguire la vendetta”.
(La Torre di Guardia 1/10/1993 p. 19)
Come comportarsi con gli “apostati”? Ecco cosa suggerisce l’Organizzazione dei Testimoni di Geova:
“Il nostro atteggiamento verso gli apostati dovrebbe essere quello di Davide, che dichiarò: “Non odio io quelli che ti odiano intensamente, o Geova, e non provo nausea per quelli che si rivoltano contro di te? Li odio con odio completo. Mi sono divenuti veri nemici”. (Salmo 139:21, 22) Gli apostati odierni hanno fatto causa comune con l’“uomo dell’illegalità”, il clero della cristianità. (2 Tessalonicesi 2:3)
(La Torre di Guardia 15/7/1992 p. 12)
In parole semplici i fuoriusciti dalla setta geovista dovrebbero essere odiati perché hanno commesso il delitto più grave che secondo la wts sarebbe quello di lasciare Dio, mentre il più delle volte il fuoriuscito intende solo abbandonare la loro organizzazione.
Anche tra le fila dei testimoni di Geova c’è sempre qualcuno, che riesce a mantenere una propria autonomia di pensiero, e non accetta questo condizionamento; allora lo schiavo fedele è pronto a ricordare, tramite la loro rivista, che: smascherare, condannare e denunciare la falsa religione non solo non costituisce offesa, ma diventa un lodevole servizio sociale, reso specialmente agli “accecati” e “schiavi” della cristianità.
Oggigiorno sono moltissimi quelli che abbandonano l’Organizzazione e diventano fautori della fuoriuscita di tanti altri.
Per quanto incredibile possa sembrare, l'allora presidente della wt, Fred Franz durante un processo tenutosi nel 1954 in Scozia, ha ammesso sotto giuramento che l’”unità dell’organizzazione" era più importante della verità e che i Testimoni di Geova verrebbero disassociati se non credessero a quanto il Corpo Direttivo stabilisce: sarebbero degni di morte.
Dagli atti del processo del 1954 p. 348:
P. L’unità a qualsiasi prezzo?
C. L’unità a qualsiasi prezzo, perché noi crediamo e siamo sicuri che Geova sta adoperando la nostra organizzazione, il Corpo Direttivo della nostra Organizzazione per dirigerla, anche se di tanto in tanto vengono commessi degli errori.
P. È unità basata sull’accettazione forzata di false profezie?
C. Ammetto che è così.
P. E se la persona che esprime la sua opinione che, come lei dice, è sbagliata, viene disassociata, si può dire che abbia violato il patto, anche se battezzata?
C. Esatto.
P. E come lei ha detto ieri chiaramente, è degna di morte?
C. Io penso…
P. Vuole rispondere sì o no?
C. Non esito a rispondere sì.
(Walsh Trial, Scotland, 1954, ed. 1958 p. 348)
Definizione della Società di quello che significa “apostasia” tratto da una lettera inviata a tutti i sorveglianti di circoscrizione e di distretto, in data 1 settembre 1980:
“Tenete in mente che, per essere disassociato, un apostata non deve necessariamente essere un promotore dei suoi punti di vista. Come menzionato nel paragrafo due, pagina 17 dell’articolo della Torre di Guardia del 1° agosto, 1980 [ed. italiana del 15/1/81] la parola “apostasia” deriva dal termine greco che significa ”allontanamento, defezione, ribellione”. Quindi se un Cristiano battezzato abbandona gli insegnamenti di Geova, rappresentato dallo “schiavo fedele e discreto” e persiste nel credere in altre dottrine nonostante le riprensioni scritturali, allora è un apostata. Si può tentare di fargli cambiare il suo modo di pensare gentilmente, con sforzi estesi. Tuttavia, se, nonostante tutti questi sforzi per cambiare il suo modo di pensare, egli continua a credere nelle sue idee apostate e rifiuta le direttive dello “schiavo fedele e discreto” deve essere intrapresa un’appropriata azione giudiziaria”.
È per questo motivo che molti Testimoni, nei vari comitati giudiziari, vengono disassociati per apostasia, nonostante i loro notevoli sforzi per dimostrare che le loro credenze non contraddicono ciò che è scritto nella Bibbia.
Per la Società Torre di Guardia viene considerato “apostata” chiunque non si attiene alle disposizioni e al pensiero imposti dall’Organizzazione anche se questi venissero successivamete cambiati, smentiti o contraddetti dalla Società stessa.