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09/08/2013 17:37 | |
7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto!7. Fatto sta che né lui poté non insistere, e neanche io, mi pare, potei tacere. Nonostante il fastidio e la vergogna che ero solita provare quando trattavo di queste cose, con lui, ora, come già con il rettore di cui ho parlato, non ebbi alcuna difficoltà a farlo, anzi motivo di gran conforto. Gli raccontai tutto sotto segreto di confessione. Mi sembrò più avveduto che mai, pur avendolo sempre stimato come uomo di grande intelligenza. Considerai le notevoli attitudini e le doti che aveva, con le quali, se si fosse dato interamente a Dio, avrebbe potuto trarre molto vantaggio, poiché questo mi accade da alcuni anni che, se incontro una persona di cui sia soddisfatta, voglio subito vederla darsi completamente a Dio, con tale ansietà che a volte non so dominarmi. E, quantunque desideri che tutti lo servano, il desiderio è assai più vivo per queste persone che io più stimo, in favore delle quali importuno molto il Signore. Mi accadde così con il religioso di cui parlo.
8. Mi pregò di raccomandarlo molto a Dio, ma non c’era bisogno di dirmelo, perché ormai io ero in tale disposizione da non poter fare altro. Me ne andai nel luogo ove ero solita star sola in orazione e, entrata in un profondo raccoglimento, cominciai a parlare con il Signore in un modo balordo, come spesso faccio, senza sapere ciò che dico, perché è l’amore a parlare, e l’anima è così fuori di sé da non farmi badare alla distanza che c’è tra essa e Dio; sentendosi da lui amata, dimentica se stessa, le sembra d’essere tutta in lui, come una cosa sua propria, senza alcuna separazione, e dice spropositi. Ricordo che, dopo averlo pregato con molte lacrime di rivolgere quell’anima con tutto il fervore al suo servizio perché, pur ritenendola virtuosa, ciò non mi bastava e la volevo perfetta, gli dissi così: «Signore, non dovete negarmi questa grazia! Pensate che è un soggetto adatto ad essere nostro amico».
9. Oh, grande bontà e generosità di Dio! Come non guarda alle parole, ma al desiderio e all’amore con cui si dicono! Come ha potuto sopportare che una persona come me gli abbia parlato con tanto ardire? Oh, sia per sempre benedetto! |