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LUTERO: conosciamolo meglio

Ultimo Aggiornamento: 15/08/2018 16:10
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15/08/2018 16:09
 
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Lutero e l’antisemitismo: la parola a uno storico luterano.



Pochi mesi fa è stata pubblicata in italiano, per i tipi della Claudiana, la traduzione dell’opera Gli Ebrei di Lutero, dello storico luterano tedesco Thomas Kaufmann (219 pagine, € 19,50), con prefazione di Daniele Garrone. Il testo supplisce a una notevole carenza attinente il panorama librario italiano, descrivendo in maniera esaustiva e completa il rapporto tra il padre della Riforma, la religione e il popolo ebraico.


La tesi che emerge dallo studio, argomentata in maniera esaustiva e convincente, può essere sintetizzata in maniera estremamente semplice e concisa: nei primi scritti Lutero appare benevolo nei confronti degli Ebrei, con la speranza della loro conversione; negli ultimi scritti invece Lutero appare estremamente aggressivo e polemico, anche con punte di volgarità ed espliciti inviti alla violenza, fino ad arrivare a consigliare ai governanti persecuzioni ed espulsioni degli Ebrei. 


Il primo Lutero emerge con la massima chiarezza nel testo Gesù Cristo è nato ebreo (1523), scritto pochi anni dopo l’inizio della Riforma (convenzionalmente fissata al 1517). Nel testo Lutero mostra ammirazione e quasi una sorta di invidia per il popolo ebraico, primo interlocutore destinatario dell’alleanza con Dio, come anche per la lingua ebraica che racchiude e codifica tale alleanza. Si fa portavoce di un’incondizionata tolleranza religiosa nei confronti degli Ebrei, atteggiamento che lo fa positivamente spiccare nel suo secolo e quelli precedenti. La speranza di Lutero era che la sua Riforma potesse finalmente attrarre molti Ebrei ad accogliere il messaggio e la figura di Gesù. Tra le altre cose, rifiuta l’accusa (mito ricorrente nel medioevo) secondo la quale gli Ebrei compivano sacrifici rituali di bambini cristiani.


Queste considerazioni sono state variamente riprese dai riformati successivi, rimarcate in particolare dal movimento pietista e in epoca contemporanea dal martire protestante del nazismo Dietrich Bonhoeffer (La chiesa di fronte alla questione ebraica, 1933).


È però soprattutto il pensiero del secondo Lutero, inequivocabilmente e profondamente antisemita, oltre che fuori da qualunque ottica evangelica e filantropica, che lo fa spiccare in senso negativo nel contesto dell’epoca e che ha lasciato nefasti strascichi nei secoli successivi fino alla shoah nazista. Paradigmatico è lo scritto Degli ebrei e delle loro menzogne (1543), come anche le coeve prediche e i “discorsi a tavola” (cioè discussioni e spiegazioni che avvenivano a livello informale con discepoli in seguito a pasti) dove compaiono con maggiore frequenza e veemenza accenni antisemiti.


Alcuni esempi tra i molti accenni possibili (il virgolettato è d’obbligo). Commentando l’episodio evangelico di Malco (nome che deriva da “re” in ebraico), al quale Pietro mozza un orecchio nel tentativo di difendere Gesù dall’arresto, Lutero vi vede un’allegoria del popolo ebraico al quale è stato negato il regno terreno per la sua incapacità di ascoltare la parola di salvezza: “Al regno è stato reciso l’orecchio”. Ancora, commentando la (a suo dire) scarsa considerazione che gli Ebrei avevano di Gesù e Maria, che li portava al rifiuto della rivelazione cristiana, Lutero parla di “menzogne”, “bugie tanto empie e velenose”, che mostrerebbero come essi siano colpiti da “follia, cecità e confusione mentale”. E diversamente dagli scritti precedenti, ribadisce l’accusa che gli Ebrei si fossero macchiati della colpa degli omicidi di bambini cristiani.


In conclusione, anche se “non li si deve uccidere”, il Lutero antisemita invita i governanti a perseguitare e scacciare gli Ebrei. Si brucino le loro sinagoghe, li si costringa a lavorare, ci si comporti con loro senza alcuna misericordia, come fece Mosè nel deserto quando ne uccise tremila, perché non si corrompesse l’intero popolo”. Si dovevano togliere agli Ebrei “tutti i loro libri, i libri di preghiere, i testi talmudici, e anche l’intera Bibbia”, senza lasciare loro “neanche una pagina”. Si dovevano demolire le abitazioni, e i precedenti inquilini potevano essere sistemati “sotto una tettoia o una stalla”. Si dovevano vietare i culti ebraici“sotto pena di morte”. A loro non sarebbe stato più concesso di esercitare attività e funzioni in qualità di signori, funzionari civili e mercanti”. Si doveva togliere “tutto ciò che possiedono in contante e in gioielli d’argento e d’oro”, cioè ciò che ci hanno estorto con l’usura. “Perciò, in ogni caso, che vadano via!”, nei territori di “i Turchi e altri pagani”, dove a suo dire “queste serpi velenose e piccoli diavoli, “figli del diavolo”, non avrebbero potuto nuocere al popolo cristiano.


Questi pesantissimi e infondati insulti fanno comprendere come mai molta parte della storiografia abbia scorto un filo diretto tra l’antisemitismo del secondo Lutero e quello del regime nazista. Come esempio paradigmatico viene citato l’opuscolo dello studioso inglese Wiener, dal provocatorio titolo “Martin Lutero, l’antenato spirituale di Hitler” (1945), e soprattutto la difesa del nazista Julius Streicher durante il processo di Norimberga, secondo il quale Lutero, e non lui, avrebbe dovuto sedere al suo posto sul banco degli imputati.


Il Lutero antisemita è stato dunque comprensibilmente sovraesposto dalla storiografia contemporanea con decine di monografie e centinaia di articoli, e innegabile pregio del libro di Kaufmann è l’adeguata contestualizzazione delle affermazioni del padre della Riforma. A livello personale, la morte della figlia di Lutero nel 1542 lo gettò in un periodo di depressione e pessimismo che perdurò fino alla morte nel 1546, periodo nel quale si trovano le più pesanti invettive antisemite. Inoltre, precisa Kaufmann, Lutero “ha criticato e demonizzato gli ebrei come ha fatto anche con i cattolici papisti e i turchi.


A livello diacronico, lo studioso evidenzia anche come l’antigiudaismo fosse presente da secoli a livello popolare e teologico, ed ebbe sanguinose recrudescenze durante la peste del ’300, quando in tutta Europa gli Ebrei furono superstiziosamente e falsamente accusati di esserne gli untori.

fonte: https://www.uccronline.it/2018/08/15/lutero-e-lantisemitismo-la-parola-a-uno-storico-luterano/


[Modificato da Credente 15/08/2018 16:10]
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