P. Matteo Ricci (1552 - 1610)Un sapiente che si incultura
Il destino di certi uomini illustri sembra talvolta essere quello di rimanere nell'oscurità della storia. Uno di questi uomini è senza dubbio Matteo
Ricci, più conosciuto, almeno fino a qualche anno fa, in Cina che in Italia. La sua tomba a Pechino è stata distrutta e ricostruita ben tre volte in epoche diverse (l'ultima una decina di anni fa, dopo la Rivoluzione Culturale delle Guardie Rosse di Mao); il suo nome figura tra i pochi stranieri nell'enciclopedia nazionale di quel paese. Da noi la sua conoscenza è stata ristretta, per secoli, a pochi esperti.
Il "rilancio", per così dire, è stato fatto nel 1982 per celebrare il quarto centenario del suo arrivo in Cina. In un discorso tenuto in quell'occasione alla
Pontificia Università Gregoriana, Giovanni Paolo II ne tracciava il profilo accostandolo addirittura ai Padri della Chiesa. Riferendosi allo sforzo del
Ricci per esprimere il Vangelo nei termini e nelle categorie della cultura cinese, il Papa diceva: «Come già i Padri della Chiesa per la cultura greca, così padre Matteo
Ricci era giustamente convinto che la fede in Cristo non solo non avrebbe portato alcun danno alla cultura cinese, ma l'avrebbe arricchita e perfezionata ... A 400 anni dal suo arrivo in Cina, la figura e l'opera del padre
Ricci appaiono assumere oggi una grande attualità per il popolo cinese, proteso come è in un processo di modernizzazione e di progresso». In queste poche espressioni troviamo la sostanza della vita e dell'opera del missionario gesuita maceratese.
Matteo
Ricci nasce a
Macerata il 6 ottobre 1552, lo stesso anno in cui a Sanciano, di fronte a Canton, muore
Francesco Xavier senza realizzare l'ambìto sogno di sbarcare nell' "Impero Celeste"; sarà proprio il
Ricci, esatamente tret'anni dopo, a sstabilirsi nel territorio cinese e a fondare la prima missione cattolica a Sciaochin (oggi Zhaoqin).
La ricca personalità di Matteo
Ricci ha dato un apporto fondamentale al dialogo e alla reciproca comprensione tra Cina e Europa. Grazie alla sua preparazione scientifica egli introdusse in Cina la matematica e la geometria dell'Occidente; presentò le grandi acquisizioni del Rinascimento nel campo della geografia, della cartografia e dell'astronomia. Sull'altro versante, egli dette all'Europa, grazie ai suoi scritti, una conoscenza esatta, e per quanto possibile ampia e comprensiva dei contenuti e del pensiero della civiltà cinese per cui «può ben essere considerato il fondatore della moderna sinologia, cioè la scienza che studia la civiltà cinese in tutti i suoi aspetti».
A questi importanti contributi nel campo scientifico dobbiamo aggiungere quello nel campo specificamente religioso, come missionario dell'ancora giovane Compagnia di Gesù. Il suo metodo di evangelizzazione si può riassumere nella breve espressione «farsi cinese con i cinesi», cioè l' "inculturazione" linguistica, sociale, intellettuale e religiosa. Per raggiungere questo obiettivo si adeguò, anche nel modo di vivere esterno, alle usanze e tradizioni cinesi, cosa che non mancò di procurargli noie e critiche da altri missionari e talvolta anche dai confratelli.
Una delle conseguenze di questo atteggiamento è il rispetto del
Ricci per il confucianesimo (fu più critico invece con il taoismo e con il buddhismo), la religione più diffusa in Cina (ma che il
Ricciconsiderava tuttavia più come una dottrina morale che come una religione vera e propria), nella quale trovava molte concordanze con il cristianesimo. E ai cinesi, soprattutto ai letterati e alle persone colte, piacque l'interpretazione cristiana di Confucio che portò il
Ricci e i suoi confratelli missionari a una grande tolleranza verso numerose usanze locali e verso alcune cerimonie con cui si veneravano gli antenati.
Un segno di quanto Matteo
Ricci fosse ben accetto in Cina è quanto avvenne in occasione della sua morte, avvenuta a Pechino l' 11 maggio 1610. La tradizione cinese voleva che gli stranieri che morivano nella capitale non vi potessero essere sepolti. Padre De Pantoja, superiore dei gesuiti a Pechino, inoltrò allora una richiesta alla'imperatore chiedendo un pezzo di terra per seppellervi il
Ricci, rifacendosi agli anni in cui il missionario era stato alla corte imperiale e agli onori ricevuti per i suoi meriti. E l'imperatore acconsentì: dall'antichità, disse, non si era mai visto un solo straniero con la virtù, la scienza e l'amore per i cinesi come Matteo
Ricci.
Fonte:
http://www.gesuiti.it/storia/24/27/1...ersonaggio.asp